La didattica a distanza
Il decreto del governo sulle misure per contrastare la diffusione del coronavirus del 4 marzo ha sospeso le lezioni in tutte le scuole e le università italiane e imposto ai dirigenti scolastici di avviare modalità di didattica a distanza.
Con una nota operativa del 17 marzo, l’esecutivo ha ricordato l’importanza di fornire, dove possibile, l’insegnamento continuo. La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sta servendo per mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione. Dall’altro, è essenziale per non interrompere il percorso di apprendimento.
Quello che è emerso fin da subito è che lo stato di emergenza dovuto alla diffusione del Covid-19 ci ha messo di fronte alla difficoltà della scuola italiana di affrontare un’improvvisa necessità di formazione a distanza. L’uso di strumenti digitali per l’insegnamento non si improvvisa e molti insegnanti e scuole, se lasciati a se stessi, faticano a organizzarsi, benché motivati.
Secondo l’ultima edizione (2019) dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) della Commissione europea, l’Italia si colloca al 24º posto fra i 28 Stati membri dell’UE in materia di digitalizzazione. Per quanto concerne le competenze digitali, il Piano nazionale per la scuola digitale, lanciato nel 2015, ha prodotto fino ad ora risultati modesti e ampiamente migliorabili. Ad esempio, solo il 20 % degli insegnanti ha effettuato corsi formativi di alfabetizzazione digitale e il 24 % delle scuole manca ancora di corsi di programmazione.
Nonostante le gravi carenze infrastrutturali e culturali, durante questa emergenza sanitaria, nel giro di pochi giorni a partire dalla chiusura delle scuole, le esperienze e i percorsi di didattica online si sono moltiplicati, differenziati e anche evoluti in tempi rapidi. Un gruppo di designer e specialisti della comunicazione ha deciso di promuovere il sondaggio online, Design for School, volto a mappare le diverse iniziative per verificarne il grado di funzionalità e soddisfazione, e iniziare così un dibattito propositivo sul futuro della didattica digitale in un’ottica open source, ma anche di maggiore inclusività e usabilità.